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Ricreative

Madonnina
Difficoltà: bassa
Profondità: 18 mt
Situato vicino all’Isola dei Conigli, costituisce un’immersione interessante e poco profonda, poiché alla base della scogliera, dove le rocce si allargano sopra ad una distesa di poseidonia, si raggiungono al massimo i 22 metri.

Panettone
Difficoltà: bassa
Profondità: 20 mt
Ad un centinaio di mt. dalla Madonnina, un grosso scoglio emerso a forma di panettone, crea un altro sito di immersione.

Scoglio fortuna
Difficoltà: media/alta
Profondità: 38 mt
Quasi di fronte al Panettone, e a poche centinaia di metri dalla Madonnina, un particolare tuffo nel blu ci permette di scoprire due grossi scogli sommersi (distanti tra loro 50 mt. circa) che sembrano emergere dal fondale sabbioso che li circonda.

Punta alaimo
Difficoltà: media/alta
Profondità: 40 mt
A dieci minuti di navigazione da Capo Grecale in direzione Ovest si raggiunge l’immersione di Punta Alaimo.
Di difficoltà leggermente superiore alle altre, poiché si tratta di un tuffo nel blu dai 30 ai 40 mt e che quindi prevede necessariamente una sosta deco, questa immersione è una di quelle che ci entusiasma già solo per la discesa.

Grotta santa
Difficoltà: media
Profondità: 18/26 mt
Sempre sul versante Nord dell’isola, tra Punta Taccio Vecchio e Punta cappellone, si trova l’immersione di Grotta Santa. Questo tuffo non è tra quelli più ricchi di pesci, ma sicuramente offre ai subacquei uno spettacolo dall’atmosfera veramente particolare. Come dice il nome si tratta di una grotta, chiaramente sommersa.

Capo grecale
Difficoltà: media
Profondità: 38/42 mt
L’immersione di Capo Grecale è uno dei tuffi più suggestivi delle Isole Pelagie e si svolge ai confini della Zona A dell’Area Marina Protetta. Viene divisa in due siti: Capo Grecale Nord e Capo Grecale Sud. La prima più impegnativa è riservata ai subacquei più esperti, la seconda più facile è rivolta a tutti.
Lampione
Difficoltà: media/alta
Profondità: 35/45 mt
Poco più di uno scoglio a 9 miglia ad Ovest di Capo Ponente e a 14 dal porto, Lampione è la più piccola isola dell’arcipelago delle Pelagie. Di natura geologica pressoché uguale a quella di Lampedusa, costituisce l’ultimo lembo di terra Italiana prima della Tunisia.
Quando si arriva a Lampione è come entrare in un’altra dimensione, la quiete e la lontananza da tutto qui regnano sovrane, davanti a noi, solo una piccola isoletta sovrastata da un piccolo faro e da alcuni ruderi ormai quasi impercettibili, una volta riparo di antichi naviganti. A Lampione si possono effettuare più tuffi.


1) Ormeggiandosi immediatamente di fronte al piccolo molo, su un fondale di 8/10 mt iniziamo l’immersione nuotando verso Est , fino al margine del gradino, che a quel punto, tuffandosi nel blu, si trasforma in un’imponente parete che supera i 40 mt. Alla base della parete su un fondale sabbioso, poggiano grossi massi che creano innumerevoli tane per saraghi, murene e cernie di grosso taglio. 1) Sul versante opposto del’isola, è possibile effettuare l’immersione sia tuffandosi a nord e percorrendo la parete verso sud, che praticando il percorso inverso. Noi scegliamo di tuffarci a nord e, scendendo su un pianoro intorno ai 25 mt., prima di dirigerci a sud, scendiamo ulteriormente di qualche metro; puntiamo verso est e, sui 35/40 mt di profondità, una distesa di grossi massi, alcuni dei quali si alzano dal fondale anche per diversi metri, offrono riparo a grosse cernie e a predatori come dentici e altri pelagici che in alcuni periodi dell’anno popolano i fondali di Lampione. Qui verso agosto settembre non è difficile incontrare branchi di squali grigi.

Linosa
Difficoltà: media/alta
Profondità: 38/45 mt
L’isola di Linosa, di natura geologica e morfologica completamente diversa da Lampedusa, offre un panorama subacqueo praticamente unico nel suo genere. Una attenzione particolare meritano le immersioni della Secchitella . Sul versante Est dell’isola, a pochi minuti di navigazione dallo scalo vecchio, si alza da un fondale di circa 60/70 metri fino a raggiungere i 4 metri dalla superficie, la Secchitella. Da catalogare sicuramente tra le cento immersioni più belle del mondo e tra le prime dieci del Mediterraneo.


La Secchitella è una di quelle immersioni che sembrano disegnate a tavolino. Ricchissima di flora e fauna (il numero di cernie anche di grosso taglio è incredibile) e dalla morfologia unica, la secca si estende per una settantina di metri da Nord a Sud, ed è spaccata da un canyon che ne crea due cappelli: uno sui 4 metri, l’altro sui 10 / 12. La secca, distante dalla costa poche centinaia di metri, cade sul versante Est con una parete frastagliata che si interrompe a circa 18 mt, creando una sorta di terrazza dalla quale, guardandoci intorno, possiamo ammirare una enorme quantità di cernie e pesce pelagico di ogni genere. Il versante a Ovest raggiunge la massima profondità a 20 / 22 mt ed è caratterizzato da una distesa di poseidonia intervallata da grossi massi intorno ai quali è facile avvistare cernie, corvine e pesce pelagico. Risale poi come un tetto spiovente, con una inclinazione di 45 ° completamente liscio. Per nostra comodità dividiamo la secca in due immersioni, ma, avendo tempo, queste potrebbero sicuramente essere almeno il doppio, vista la vastità del sito dal punto di vista morfologico (ci sono pareti che scendono fino a 50 mt. grotte, franate, percorsi archeologici etc etc). Nel primo tuffo esploreremo il versante Est della secca. Facendo l’ormeggio proprio sul cappello meno profondo, e dopo aver calato in acqua una bombola supplementare per l’eventuale deco, scendiamo a controllare l’ancora, poiché in questa secca la forte corrente è quasi sempre la nostra prima compagna d’immersione e, pur restando in barca il comandante, non vogliamo avere spiacevoli sorprese al nostro ritorno.

1) Iniziamo l’immersione scendendo sulla terrazza sotto di noi a circa 20 mt , che si affaccia su una parete che scende ancora per altri 25/30 mt,. Continuiamo la discesa costeggiando la parete e, tenendola sulla nostra destra, ci troviamo davanti ad una spaccatura (il canyon) sempre contornato da grandi branchi di mope e castagnole che sembrano le nuvole di un temporale. Superato il canyon, dopo aver ammirato un ceppo di ancora romana posto alla sinistra della spaccatura, iniziamo la risalita fino al cappello dove, osservando le rocce coloratissime di parazoantos e astroides e in mezzo a tantissime salpe, lasciamo trascorrere i minuti di deco che abbiamo accumulato prima di tornare in barca. 2) Nel secondo tuffo ci apprestiamo a scoprire le bellezze del versante Nord e Nord –Est della secca. Se lasciamo trascorrere abbastanza tempo dopo il primo tuffo, riusciremo a scendere fino a 30 mt senza prendere tantissima deco. In questo tuffo, invece di scendere immediatamente sulla terrazza sotto di noi, nuotiamo per una ventina di metri in direzione Nord restando sui 12 /15 mt sul versante che scende perpendicolare e che guarda verso la costa, fino a raggiungere il margine di una parete che scende fino ad oltre 40 mt sulla sabbia, e crea sotto di noi un muro di anfratti e spaccature. Costeggiando la parete tenendola alla nostra destra, scendiamo fino ai 22/23 mt e ci troviamo di fianco ad una profonda spaccatura alta una decina di metri che entra nella parete creando una piccola grotticina, all’interno della quale una grossa colonia di gamberetti colora di rosa il soffitto . Continuiamo la discesa cercando di non superare i trenta metri per limitare la nostra sosta deco . Appena doppiata la parete davanti a noi, tra grossi massi accatastati su di una terrazza, una quantità di cernie pascola quasi senza timore dei sub. A questo punto iniziamo la risalita, giocando a gironzolare tra i massi, fino a raggiungere la nostra quota deco, dove sosteremo per una decina di minuti prima di tornare in barca.